di Nicola Belfiore
Mi sento, in questo preciso istante, come chi dal balcone guarda nella via sottostante, un osservatore attento e speranzoso che le cose possano veramente cambiare per il nostro meraviglioso paese, per il suo territorio e per i suoi abitanti. Mi limito a concettualizzare ragionamenti che andrebbero fatti invece da chi ci amministra da dieci anni e mi sorge come sempre la solita domanda che da decenni impegna la mia mente: qualcuno in tutti questi mandati politici, da sessant’anni ad oggi, ha veramente amato il nostro paese, il territorio ed i suoi abitanti? Una domanda che giro a voi fedelissimi lettori e futuri elettori tra qualche mese. Prendetevi il tempo che volete, chiudete pure gli occhi e mettetevi a sedere se vi viene più comodo. Allora? Qual è la vostra risposta? Per quanto mi riguarda non voglio tornare molto indietro nel tempo in quanto sarebbe complicato e comunque non si può certo dire che non si è fatto nulla per Montalbano, ma poco e male sì. Il nostro paese ha avuto uno sviluppo lento a causa di collegamenti stradali sempre devastati e mai sotto la vera attenzione di nessuno; l’acqua sempre razionata (anche adesso) da paese da terzo mondo; una vocazione al turismo molto a rilento, con visioni altrettanto limitate e spesso affidate all’iniziativa personale di questo o quell’altro assessore senza mezzi e collaborazioni efficaci o, ancora peggio, a quelle devastanti di privati senza scrupoli. Esempi di visioni ristrette e soprattutto offuscati da interessi personali che nella storia di questo paese ha visto alternarsi alla guida dello stesso personaggi e sindaci che poco o nulla hanno lasciato in eredità se non la montagna di debiti che oggi ci troviamo sulle nostre spalle. Esempi di scempi amministrativi e malgoverni. Oggi, come periodo storico ci viene offerta una enorme possibilità di migliorare il futuro del nostro paese, purtroppo, però, non vedo alcuna concreta intenzione, né, ancora peggio, prospettiva progettuale da parte di chi ci sta amministrando. Se così non è, sarei felice di essere smentito con i fatti. E per fatti non mi riferisco alle iniziative “specchio per le allodole” dei 5.000 o 10.000 euro sciorinati a destra e sinistra. Ci sta, per carità, questo lancio pubblicitario, bisogna, però, attorno a questo, organizzare le strutture, le infrastrutture, i servizi, l’accoglienza, la formazione. Condizioni indispensabili affinché l’iniziativa funzioni veramente, altrimenti si rischia di banalizzare qualcosa che potrebbe essere un inizio, una possibilità, così come è successo con i voucher che, in una seconda tornata, si sono trasformati in un flop turistico e di contro in occasioni ghiotte e speculative per qualche operatore locale. Oggi c’è, ripeto, un’enorme possibilità di fare un passo avanti verso un futuro diverso e migliore per scongiurare la scomparsa, fra qualche decennio, della nostra Montalbano nonostante le enormi potenzialità che da sempre ha offerto e continua ad offrire. Il futuro oggi si chiama Recovery fund, Recovery plan o PNRR, appellatelo come volete. Oggi, col PNRR per i comuni italiani sono stati finanziati ben 43 miliardi di euro. E la cosa straordinaria è che sono stati proprio i comuni, tramite la voce nazionale dell’ANCI, a chiedere ed ottenere i fondi per investimenti ben precisi per creare un futuro solido e duraturo proprio nei territori come il nostro. Tra le misure più importanti: offerta educativa rivolta alla prima infanzia tramite la creazione di quasi 265 mila nuovi posti di lavoro; somme ingenti per i Borghi che prevedono interventi di siti culturali ed artistici, comuni che avranno concluso gli interventi entro il 2026; un programma per valorizzare l’identità di luoghi come parchi e giardini storici; piste ciclabili, si potrebbe implementare, ad esempio, quella realizzata sul nostro territorio, qualche anno fa, e mai collaudata; nuovi impianti di gestione rifiuti e l’ammodernamento degli stessi e noi sappiamo quanto il nostro paese avrebbe bisogno di questi nuovi impianti per dare una svolta a questa zoppicante e deficitaria raccolta differenziata. Il PNRR prevede anche, per questi progetti ed altri, che il comune dovrebbe articolare e realizzare, una assistenza tecnica esterna senza alcuna spesa per gli enti locali. Ed ancora interventi per l’efficienza energetica. Interventi per la rigenerazione urbana ed edilizia, senza parlare degli interventi sul sociale relativamente all’autonomia per persone con disabilità, da sempre poco o per nulla attenzionati. Ampio spazio anche alle riforme e agli investimenti per rendere più efficiente la pubblica amministrazione, inclusa quella locale; più risorse economiche, più spazi per le assunzioni e più semplificazioni per le amministrazioni comunali alle prese con il Recovery. Il “pacchetto” consentirà ai comuni di disporre, nei prossimi 5 anni, di ulteriori canali di acquisizione delle professionalità necessarie al Piano prevedendo nuovi spazi per le assunzioni a tempo determinato per i comuni che realizzano interventi del PNRR. Inoltre sarà istituito un fondo di 30 milioni di euro per i piccoli comuni, quelli sotto i 5 mila abitanti che nonostante i nuovi spazi per l’assunzioni non dispongono di risorse per farlo, e altri fondi per i comuni del sud 676 milioni di euro per assunzioni di professionisti ed esperti da destinare alle municipalità del Mezzogiorno, come accennato prima. Ed ancora altre importanti ed uniche possibilità. Mi chiedo: di fronte a tutte queste reali aperture economiche, sociali e culturali, che non ci saranno mai più concesse (sono convinto che molti dei fondi stanziati ritorneranno non utilizzate all’Europa), cosa sta realmente facendo questa amministrazione? C’è una seria e progettuale attenzione nei confronti del Recovery Fun? Se così non fosse, ma voglio essere smentito, sarebbe quanto meno triste, squallido, irresponsabile, ma, soprattutto, delittuoso. Nessuna scusa o impreparazione, meno che meno l’imminente fine mandato potrebbe giustificare un immobilismo che sarebbe non solo devastante ma farebbe emergere, in modo inequivocabile, la mancanza totale di interesse ed amore per il nostro paese ed il suo territorio in una proiezione futura unica, non più ripetibile, di sviluppo e salto di qualità realistico e duraturo.