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Primo Piano

PIPPO SIDOTI, UN AMICO

PIPPO SIDOTI, UN AMICO
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di Nicola Belfiore

Incredulità e sconforto sono state le immediate e forti sensazioni che ho provato quando ho appreso la notizia della scomparsa di Pippo Sidoti. Da giorni si erano diffuse voci di un intervento importante al Cannizzaro di Catania al quale lo stesso si era approcciato, in un primo momento, con dubbi e perplessità. Qualcosa è sicuramente andato per il verso sbagliato, di fatto, Pippo non è più tornato a casa dai suoi cari. Momenti concitati per chi gli è stato al suo fianco in ogni istante di sofferenza e dolore. L’impotenza che si vive sulla propria pelle, nel non poter far nulla, annienta ogni razionalità e pensiero. Sono attimi bui in cui l’animo umano si rifugia come se volesse negare a se stesso la realtà che purtroppo è costretto, invece, a vivere.  La scomparsa di un padre, di un fratello, di un coniuge viene immediatamente respinta dal dolore del momento, nessuna razionalità, giustificazione o credenza divina può motivare la devastazione dell’animo quando viene a mancare una figura di riferimento di così grande importanza. Si sommano i perché misti all’ingiustizia di ciò che ci ha maledettamente coinvolti. Nel silenzio assordante della nostra mente ripetiamo in modo assillante la stessa e unica frase: mi sembra di sognare. Un esasperante ed estremo gesto che ci rimane per aggrapparci ad una inutile speranza. Sappiamo bene, però, nel nostro cuore, quello che per primo registra il lancinante dolore, che tutto è oramai successo, fa parte della nostra realtà e della nostra vita dell’oggi e del domani. Dobbiamo rinunciare per sempre alla persona che è stata un punto fermo di riferimento. I ricordi, come se volessero lenire la sofferenza, emergono in un dirompente e necessario coinvolgimento. Vogliamo ricordare tutto, ogni singolo momento o particolare che possa dar vita nella nostra mente alla persona che abbiamo veramente amato. Tutti i momenti trascorsi assieme, ogni singolo respiro che possa farlo rivivere nella nostra mente. Le gioie, le sofferenze i momenti di condivisione e coinvolgimento, anche quelli che potrebbero sembrare banali e del tutto trascurabili. Vorremmo riavvolgere questo nastro della vita e riviverlo ancora e ancora all’infinito.
Pippo era solare, ironico e sempre con la battuta pronta. Con lui, in fase adolescenziale e in epoche diverse, abbiamo trascorso momenti goliardici e spensierati e crescendo, nella divergenza delle nostre strade lavorative, ci incontravamo spesso in piazza dove il suo sorriso, qualunque fosse il suo stato d’animo, era il primo ad accogliermi. Con la sua abituale ironia e col suo sguardo espressivo ed eloquente, lanciava una battuta accompagnata da una sonora risata. Per tutti, in paese, nel suo ruolo di impiegato comunale, era il riferimento comunitario dell’acqua, ogni lamentela era diretta alla sua persona, come se avesse la disponibilità di distribuzione o meno del prezioso liquido. Lui, ovviamente assorbiva tutto, rispondendo ironicamente, con leggerezza e con l’immancabile risata.
Il mio pensiero, come sempre, va alla famiglia nel suo insieme perché è a loro, più che ad ogni altro, che mancherà la quotidianità della sua presenza scandita da orari, frequenze e abitudini. A chi ogni mattina si svegliava al suo fianco, a chi lo chiamava ogni giorno e forse più volte al giorno al telefono, a chi lo vedeva in un ambiente familiare riservato e intimo. Infine il mio pensiero va ai suoi  nipoti che non hanno avuto il tempo di godersi l’amore di un nonno che adoravano e col quale spesso, mano nella mano, si accompagnavano in piazza. A loro mancherà tantissimo quella mano carica di affettuosità che dava sicurezza e protezione nel cammino sempre più incerto di questa strana e precaria vita.

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