
di Carmela Pantano
Papa Francesco giunse da un paese caldo, la sua Argentina e dal suo popolo prese la simpatia, la spontaneità, la gestualità, l’apertura e li portò nel mondo. Già Giovanni Paolo II aveva iniziato a dare umanità alla figura del pontefice ma i tempi allora erano diversi, il mondo era un altro, la terra aveva altre spaccature, altrettanto gravi ma i corpi e le anime non erano fragili come adesso.
Nel suo primo discorso del 2013 disse di arrivare “dalla fine del mondo”, si presentò come “vescovo”, parlò di “cammino” da fare insieme e chiese al popolo di benedirlo con la preghiera.
Divise il suo regno terreno con Papa Benedetto, anomalia della storia, stranezza del tempo, eppure dimostrò che non vi era straordinarietà neppure in questo, in due Papi che coesistevano, due visioni diverse, due Chiese opposte.
Attraversò una piazza San Pietro deserta, pregò sotto la pioggia, mentre l’umanità intera si sentiva sola in una terra devastata dalla pandemia, mostrò tutta la forza che può esserci dietro la solitudine, unì il mondo, in quegli istanti, uomini di ogni età e paese che non potevano neppure sfiorarsi, uniti da un unico essere umano.
Telefonava agli amici, mandava i messaggi vocali ai parenti, andava a comprarsi gli occhiali o i dischi, si collegava con il festival di Sanremo e faceva le interviste televisive, come le rockstar, postava i video su tik tok, come Fedez.
Laddove tutti ostentano, tutti mostrano, tutti sfoggiano, Papa Francesco dava ciò di cui tutti avevano veramente bisogno: umanità. Il potere dell’allegria del viso, del sorriso che accompagna gesti, delle carezze a chi si avvicinava, dei baci in fronte ai bambini, della gentilezza, dell’abbraccio, della tenerezza. Cosa altro è la Fede se non umanità?
Non ho mai creduto nella ritualità della chiesa, nelle messe obbligatorie, nelle confessioni in grado di assolvere, credo da sempre in un Dio che non ama fronzoli, categorie e preconcetti, capace di leggere negli animi di tutti coloro che sono in grado di santificare il suo nome trattando con rispetto se stessi e gli altri. Credo in un Dio che esiste, anche se spesso imperscrutabile, che dà serenità. Nessuno si salva da solo, se il Padre Eterno decide che il tempo si è concluso, non c’è fortuna, denaro, scienza, medicina o altro in grado di mettere in discussione questa cosa. In caso contrario, se ritiene opportuno salvarti, devi respirare la vita da ogni poro e rispettarla in ogni sua manifestazione ed allora Lui sarà contento.
Papa Francesco ha insegnato al mondo che la Fede cammina in mezzo alla gente, nelle piazze, fra i mezzi che i tempi d’oggi ci mettono a disposizione. Senza preconcetti, senza chiusure, senza ritualità. Nell’assoluta essenzialità dell’allegria, dell’altruismo e della misericordia.