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Primo Piano

Montalbano Notizie e la domanda alla Meloni dal nostro inviato al G7

Montalbano Notizie e la domanda alla Meloni dal nostro inviato al G7
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di Nicola Belfiore

L’approvazione dell’accredito al G7 2024 a Borgo Egnazia in Puglia, ricevuto per mail dopo l’iter previsto, per me e per Montalbano Notizie era già un bel risultato. Adesso quell’accredito dovevo finalizzarlo. E così sono partito col mio zaino in spalla ed il computer dentro a registrare gli eventi dei grandi del mondo. Ho respirato la stessa aria e vissuto le sensazioni del momento, ho osservato, imparato ed ascoltato. Sono stato a pochi metri dai leader mondiali. Ho condiviso gli spazi con la stampa di tutto il mondo, ho potuto confrontarmi, ribattere, esporre le mie idee ed il mio modo di vedere tutto ciò che ci sta accadendo intorno. Ho compreso i miei limiti, rivisto alcune posizioni, condiviso nuove tesi e rafforzato altre. Ho parlato con chi manifestava davanti ai cancelli del complesso fieristico, perché defraudati e privati, a loro dire, dei propri diritti e del proprio territorio. Un evento costato oltre 25 milioni di euro con l’impiego di più di settemila agenti per la sicurezza e il controllo sul territorio. Nelle zone rosse non era consentito entrare e neanche uscire se non muniti di pass e solo dopo i controlli ai metal detector in entrata ed in uscita. Ogni incrocio o svincolo di tutto il territorio era presieduto dalle forze di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia locale. I pullman che trasportavano noi giornalisti dal Media Centre, allestito presso la fiera del Levante di Bari, a Borgo Egnazia, sede centrale del G7, erano scortati della Polizia sia in testa che in coda alla colonna. Elicotteri in volo e altrettanti a terra. Per entrare dall’ingresso principale della Fiera del Levante era necessario avvicinare il QR code del pass al sensore magnetico per la convalida e sottoporsi poi al metal detector manuale come primo controllo, mentre per entrare nel centro stampa, all’interno della fiera, dovevi sottoporti al secondo passaggio al metal detector e ai raggi x per i bagagli a mano. Niente era lasciato al caso e la tensione si registrava tutta. Impeccabili i mezzi e i servizi messi a disposizione della stampa. In un ambiente così pieno di spunti ed emozioni, affianco alle blasonate redazioni nazionali ed internazionali echeggiava di tanto in tanto, nella designazione e distribuzione di nuovi pass, il mio nome affiancato a quello di Montalbano Notizie. Ho mostrato più volte le foto del nostro meraviglioso borgo a chi mi stava accanto e negli occhi di tutti l’apprezzamento entusiasta per Montalbano. Un turista giapponese, che come tanti parlava solo in inglese, mi ha chiesto più volte di rivedere le foto sul mio computer. Ho potuto fare le mie dirette e registrare gli eventi. Una zona confort di livello che mi ha consentito di lavorare in assoluta tranquillità. Molti i giovani a supporto di noi giornalisti per ogni tipo di esigenza tecnica o gestionale. Si, lo ammetto, la Puglia, che io conoscevo appena mi ha conquistato. I trasferimenti rigorosamente scortati attraversavano distese di verdeggianti alberi di ulivo in contrasto col marrone ambrato di una terra coltivata, rispettata e amata, interrotta a mo’ di ornamento casuale ma di grande impatto visivo dai muretti a secco in un arricchimento armonioso con la splendida colorazione dei bouganville. Qualcuno dei molti colleghi presenti ha criticato, nel proprio pezzo di testata, l’aspetto “costruito” di Borgo Egnazia, una realtà contrastante con alcuni aspetti della Puglia martoriata dagli incendi e dalle strade devastate. Le stesse rimostranze dei ragazzi, in assembramento permanente davanti alla Fiera del Levante, che puntavano il dito sullo spreco di risorse pubbliche e sull’abbandono delle istituzioni in situazioni di emergenze, come la siccità e gli incendi. Pur riconoscendo la legittimità di quanto riferito ho scelto di andare oltre e concentrarmi sui fatti, su quello che stavo vivendo e sul messaggio che sarebbe potuto arrivare al mondo. Nazioni martoriate, in questo periodo storico, dalle guerre e dalle aberrazioni prodotte dalla stessa, dall’ipocrisia di chi chiede la pace fornendo e fabbricando armi e dall’indifferenza, purtroppo, di molti di noi che ci sediamo ogni giorno a tavola in ambienti puliti e con ogni confort, privilegi che viviamo, invece, come dovuti e scontati, lontanissimi nel pensiero e, ancor più nei fatti, dalla realtà di chi piange i propri morti calpestando le macerie del proprio vissuto e dei sacrifici e stenti di una vita intera. Per loro è indispensabile e vitale, in un contesto così apocalittico e irreversibile, ambire solo ad un dignitoso pasto ed un posto per dormire. Mi chiedo allora a cosa possa servire il G7, così blasonato ed esclusivo, e cerco la logica risposta ad un interrogativo importante ed impegnativo. Non voglio credere che tutto sia apparenza e promozione, o, ancora peggio, l’ammanto preconfezionato di un “nulla di fatto”. La presenza dei “potenti della terra” e dei media mondiali non può essere annullato da un pensiero forse preconcetto, dissacratore di tutto e di tutti, politicamente distorto o pilotato. Voglio credere, invece, che l’attenzione di tutto il pianeta su questo granello di sabbia di una Puglia di eccellenza, anche solo per tre giorni, possa produrre i frutti sperati dalle tematiche del Summit e dagli incontri bilaterali che la premier Meloni ha sottolineato con forza nella conferenza stampa. Mi piace pensare che dal G7 siano emerse le giuste e risolutive riflessioni per un’emergenza mondiale su problematiche diverse e di massima priorità previste in calendario: Africa; Cambiamento climatico e sviluppo; Medio Oriente; Ucraina; Migrazioni; Indo-Pacifico e sicurezza economica. Oltre alla sessione “outreach” con le Nazioni e le organizzazioni internazionali invitate su Africa, Mediterraneo, intelligenza artificiale ed energia. Confrontarsi, parlare, discutere e programmare guardandosi in faccia, così come avviene in tutti i Summit, lo ritengo fuori da ogni polemica scontata, certamente utile, necessario e propositivo. Proprio per esternare il concetto del mio pensiero e avere una risposta che avrebbe appagato o forse solo pacato il mio animo ho prenotato la mia “question” nel nutrito elenco di eccellenze della stampa mondiale: Nicola Belfiore, per la redazione di Montalbano Notizie. Ma “come un bimbo mai nato” la mia domanda è rimasta in pectore e là albergherà aspettando che siano i fatti a rispondere come risultato concreto di un così imponente macchina del G7. La premier Meloni, in una regia legata ai tempi ed ai protocolli prestabiliti, ha risposto solo a poche domande delle testate note: Rai Uno, Mediaset, ANSA, qualche testata straniera e infine, come atto dovuto per l’ospitalità pugliese, un cronista locale ha siglato la conferenza stampa, una chiosa “servita” per la nostra presidente del Consiglio Meloni. Dalla mia terza fila in sala stampa, non ho mai creduto che potesse accadere l’impossibile in una diretta Rai, il tempo delle ingenuità l’ho superato da un pezzo, mentre quello dei sogni mi è precluso per il mio non concedere tempo utile per generarli nelle mie notti così brevi.

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