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Editoriale

L’essenzialità della Bellezza

L’essenzialità della Bellezza
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di Carmela Pantano 

Un luogo maestoso, grande, pieno di tante cose, la nostra Chiesta Madre, perché le altre chiese sono belle, nulla da dire, ma quella è pura poesia. In mezzo a tutta questa “ricchezza”, spunta una capanna, di una semplicità estrema: un rettangolo di legno e carta, il pavimento di paglia, un bue, un asinello, il Bambino con Mamma e Papà e una pecora un po’ defilata. Quanta bellezza nell’essenzialitá di questa scena.
Il bue e l’asino hanno lo sguardo un po’ perplesso, soprattutto l’asino che sembra dire: “Cosa sta succedendo al mondo?”. Anche l’espressione della Madonna non scherza,  mani incrociate sul petto, sguardo  puntato sul suo Bambino: “Come posso proteggerti da tutto questo?”, si legge tra le righe.  San Giuseppe si mostra in tutta la praticità del suo essere falegname, mano sul cuore a mostrare che anche lui ha qualche peso lì dentro e lanterna in mano ad illuminare la via, a voler dire: “Io arrivo dove posso…”. In alto a sovrastare tutti, con i piedi sulla capanna, l’Angelo: “Ehi, ci sono anche io, un po’ fuori dai riflettori, ma sono qui pronto a spalancare le ali su tutti voi”. In un angolo una povera pecora, un altro spaccato di umanità, che bruca l’erba nel suo angolo di mondo, continuando indisturbata a mangiare anche quando lì accanto si rivoluziona il futuro dell’umanità.
Al centro di tutto, Lui, un Innocente, semplicemente appoggiato sulla paglia con il candore del suo vestito, senza fronzoli, luci, merletti e balocchi. Alza le braccia paffute verso il cielo: “E vabbė. Forza e coraggio. Ce la faremo. Ce la facciamo sempre. Fra 33 anni avrò un’altra idea della bontà del mondo ma adesso la penso così”.
Forse sono questi i pensieri di quelle figure di cartongesso, forse altri. Forse mentre noi guardiamo loro, loro guardano noi e si chiedono solo se prima o poi impareremo qualcosa. Ad ogni modo rimane l’estrema bellezza di quella scena, di un’essenzialitá che, per qualche istante, porta la nostra mente in un altro mondo, dove i green pass, super e normali, i tamponi, rapidi e molecolari, le mascherine, chirurgiche ed fp2, la paura e la diffidenza verso chi è accanto non facevano neppure parte dei pensieri più lontani.
Beata la pecora…

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