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Editoriale

Inciviltà culturale

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di Carmela Pantano

Qui siamo ben lontani da Greta Thunberg, la ragazzina svedese che ha fatto della difesa dell’ambiente la sua ragione di vita, parlando di surriscaldamento globale e di emissione di CO2. Qui siamo ancora alle base: le buste di spazzatura gettate dalle auto ed abbandonate sul ciglio della strada. Le foto riportate riguardano la strada che da Falcone conduce a Montalbano, nel punto in cui lo sguardo dell’osservatore si staglia fino a raggiungere il golfo di Milazzo, i laghetti di Tindari e, nelle giornate più fortunate, le isole Eolie. Un punto panoramico meraviglioso che lascia senza fiato chi lo vede per la prima volta e non finisce mai di stupire che lo conosce bene. Peccato che i piedi di chi decide di scendere dalla macchina per vivere questo momento di alta poesia debbano scansare le decine di buste di spazzatura abbandonate e rimanere senza fiato anche per la puzza. Periodicamente, quando la situazione raggiunge il degrado più totale, si effettua la dovuta pulizia ma, dopo qualche giorno, le buste iniziano ad accumularsi di nuovo, una dopo l’altra. Questo tratto di strada è solo uno dei tanti punti della via dove si viene a creare questo stato di cose, accanto ad esso potremmo riportare mille altri esempi. Più volte abbiamo chiesto, anche all’interno di queste pagine, di intervenire in maniera forte, con multe e sanzioni, attraverso l’uso di telecamere, controllo delle buste e quant’altro possa servire per identificare i soggetti in questione. Sarebbe necessaria un’azione concorde tra i comuni della zona, tutti egualmente coinvolti, da Falcone, a Basicò, a Furnari, a Montalbano, a Tripi e Campogrande, per difendere e proteggere l’intero nostro territorio da tali atti. L’intervento non è solo ambientale, di riportare pulizia e decoro, né solo sanzionatorio, di effettuare multe e verbali perché qui ad essere messa in mezzo è la cultura. Trattasi di inciviltà culturale.
Non ho mai capito la logica di chi fuma e getta a terra il mozzicone di sigaretta, anche quelli che con spavalderia schiacciano la cicca, stile mossa antiincendio, di chi abbassa il finestrino della macchina per gettare fuori quello che potrebbe rimanere dentro fino all’arrivo a destinazione o fino alla prossima pulizia del mezzo, di chi si soffia il naso e getta a terra il fazzoletto, come se dentro la borsa o la tasca occupasse troppo spazio o come se far due passi per raggiungere il più vicino cestino causasse un grave danno al loro corpo. Tutto ciò fa parte di abitudini culturali sbagliate che i più smettono di seguire quando dal loro habitat naturale si spostano altrove. Gettare buste di spazzatura lungo le strade, tuttavia, va ben oltre la semplice abitudine sbagliata, approda nel campo della malattia mentale. Quelle venti o trenta persone che hanno ridotto in quello stato il tratto di strada in questione hanno caricato buste di spazzatura maleodoranti sulle loro macchine, in mezzo ai passeggeri, nel cofano dove di solito si trasporta la spesa, ai piedi di chi è comodamente seduto in auto. Non essendoci case nell’immediatezza avranno fatto in questo stato diversi chilometri. Nel frattempo le bollette della Tari continuano a giungere immutate, a prelevare soldi dai conti in banca di questi soggetti che, in realtà, non hanno smaltito nulla in discarica perché, il più delle volte, tutta la spazzatura si sparpaglia in mezzo alla campagna o nella carreggiata. La spazzatura che si riesce a raccogliere, non certo differenziata, non permette ovviamente di far diminuire i costi di conferimento in discarica. Insomma una miccia infinita, innescata dall’idiozia dei venti o trenta cretini di cui sopra. La loro inciviltà, legata ad un retaggio di bassa cultura, dove ciò che è pubblico non è di nessuno, dove il concetto stesso di ambiente comune è privo di qualsiasi significato, è tale che persino questi egoistici ragionamenti, legati all’igiene ed al portafoglio, non riescono ad attecchire su un fondo cerebrale privo di qualsiasi vita.

 

 

 

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