di Nicola Belfiore
Ci sono situazioni, contesti, sensazioni, sentimenti, affettuosità, amori e rapporti ai quali siamo già legati senza alcuna ufficialità o pensiero meditato: è così e basta. Ci troviamo coinvolti e, senza rendercene conto, questi strani ingranaggi del “sentire” ci trascinano dentro. Viviamo giorni, mesi, anni e perfino decenni amalgamati in questo scandire quotidiano e familiare che diventa la nostra vita o parte di essa. A volte, però, può succedere che in questo cammino si presenti al nostro cospetto un bivio, quello che abbiamo più volte e in modo deliberato fatto finta di non vedere, anche se è rimasto sempre là ad aspettarci. E, quando ce ne siamo dimenticati, si è ripresentato per trascinarci giù con i piedi per terra dai nostri sogni a volte esageratamente idilliaci. Dopo questo immediato impatto al suolo della realtà, ci troviamo in una situazione di disagio, di smarrimento e perfino di sgomento, come se ci mancasse quella parte di noi che era stata fino a poco fa non solo utile ma essenziale, integrante per la nostra sfera vitale, sentimentale e passionale. Ed è con questa breve premessa che voglio descrivere il mio sentire e stato d’animo, come distacco da un rapporto ombelicale, nel preciso istante in cui ho maturato la mia scelta: lo studio fotografico Belfiore, dal primo gennaio 2024, avrà una veste nuova. Fisicamente la sua collocazione in piazza sparirà già a fine settembre e rientrerà, solo come sede legale, nella collocazione storica di via dott. Placido Fiore al numero otto, oggi, ufficializzata “Vinella i Belfiore”. La trasformazione, nella sostanza, prevede l’approdo alla neo “Agenzia Fotografica Belfiore”. Un cambiamento dettato dai tempi e dall’incalzare di esigenze sempre nuove ed in continua trasformazione. Settantacinque anni di storia, la maggior parte dei quali a mutuo contatto con sviluppi, stampe, negativi ed immagini generati dalla competenza e dall’abile professione di chi conosceva la vera arte dell’esposizione, dell’inquadratura, della luce e controluce, insomma di chi era “fotografo”, saranno le basi fondanti in questa necessaria proiezione futura. L’agenzia fotografica Belfiore esce dal contesto Montalbano per rendersi disponibile con i propri servizi e mezzi ovunque questi vengano richiesti, non avrà confini di sorta e né limiti di azione e applicazione. Si presenterà al mondo nei servizi giornalistici di fotoreportage, negli eventi pubblici e privati, nelle cerimonie importanti ed in tutte quelle occasioni dove sarà chiamata a registrare e fissare nel tempo ricordi, cronache, sensazioni e sentimenti di vita dei nostri attuali e futuri clienti. Ci siamo sempre stati con la nostra esperienza ed il modo di vedere la realtà o quello che da questa emerge o può affiorare. Abbiamo dato il massimo e il meglio di noi e i 75 anni di “studio fotografico Belfiore” sono la conferma inoppugnabile di chi ha creduto in un lavoro che metteva al centro di una tecnica, puntuale e puntualmente rispettata, la creatività fino ad elevarla ad “arte” a dire di altri e non certo per nostra presunzione o pretestuosità. Insegnamenti, a volte taciti, di chi ha creduto con tutto se stesso al proprio lavoro e col quale, in modo fiero, orgoglioso e dignitoso, ha portato avanti una famiglia garantendo loro un futuro di vita. Carmelo Belfiore è stato l’unico fotografo che ha avuto il coraggio, negli anni cinquanta, di dare vita a Montalbano ad una professione con mille incognite e instabilità dettate dall’allora diffidenza e non conoscenza di un mestiere quasi magico. Nel suo modo di essere così originale, per certi versi unico e sicuramente fuori dagli schemi, così come lo spirito di un artista prevede, ha consegnato a Montalbano un archivio fotografico di tutto rispetto rappresentato in minima parte dall’attuale “museo fotografico dott. Eugenio Belfiore”, una esposizione permanente allestita nel 2003 al primo piano della fondazione dott. Gaetano Parlavecchio. Questo distacco dallo storico “studio fotografico Belfiore”, dopo 75 anni, non è certo facile ma diventa necessario per i tempi ed il contesto che stiamo vivendo o forse subendo. Non è certo una fine ma il voler mettere una marcia in più ed allargare gli orizzonti in una visione futura di crescita e sviluppo con l’aiuto, la collaborazione, la fiducia e l’affetto di chi ha sempre creduto in noi e nelle nostre capacità.