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Attualita

I FANTASMI DELL’ARGIMUSCO

I FANTASMI DELL’ARGIMUSCO
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di Nicola Belfiore

Quanti miti e leggende attorno al nostro meraviglioso sito dell’Argimusco. Forme antropomorfiche a volte spettrali e altre mistiche: il teschio, l’aquila, l’orante e poi la vasca che sovrasta il blocco megalitico più imponente dell’altipiano dove si narra si immergevano le vergini prima del sacrificio alla somma Gea. Ed ancora, la necropoli indicata dal becco dell’aquila megalitica che sovrasta la vallata. In uno scenario così unico nel suo genere, dove tanto si è studiato e altrettanto ipotizzato, da un po’ di tempo, si materializzano loschi individui che,  a mo’ di fantasmi, compaiono e scompaiono senza un ordine temporale, impertinenti, arroganti o presunti saccenti, minando la tranquillità dei visitatori. È di qualche giorno fa la notizia che un sedicente Salvatore, a piedi scalzi, con un sacchetto bianco e un cestino di vimini in mano, si è permesso di fermare due docenti che si erano recate all’Argimusco dicendo loro ad alta voce che lui, era “la guida, la madre alla soglia” imponendo alle due malcapitate, che hanno comunque cercato di soprassedere a quanto farneticava, che dovevano ascoltarlo e seguirlo senza alcun indugio, un’insistente ed incalzante costrizione che ha appesantito in modo preoccupante il momento. A nulla è valso il diniego al pressante invito, manifestato più volte dalle donne e la volontà di non volere alcuna guida, ribadendo che avrebbero gradito fare solo una passeggiata e scattare qualche foto come ricordo indelebile di questa visita già da tempo agognata. Nessuna motivazione ha convinto, però, l’uomo che insisteva nell’accompagnarle in questo loro cammino in quanto lui e solo lui era la guida designata, appunto: “la madre alla soglia”. Subodorata la potenziale pericolosità in cui poteva degenerare quella spiacevolissima ed imbarazzante situazioni, anche perché proprio in quel momento il sito era totalmente deserto, le due colleghe decidono di ritornare sui propri passi rinunciando a visitare l’Argimusco, motivo principale, se non l’unico, del loro pernottamento a Montalbano. Spaventate, amareggiate e deluse, hanno portato con loro del nostro territorio un amaro ricordo e l’impotenza frustrante per non aver potuto contrastare una situazione così paradossale. Episodio, a mio parere, gravissimo e preoccupante che deve far riflettere chi amministra la cosa pubblica. Credo che non si possa permettere tutto questo e, al di là delle scuse e del soggiorno gratuito offerto dall’amministrazione comunale in una prossima occasione per le due docenti, che proponiamo, diventa urgente prendere una seria posizione nei confronti non solo di questi “fantasmi” che vanno individuati e perseguiti, ma sull’intero territorio dell’Argimusco che andrebbe regolamentato e sorvegliato sistematicamente. Stabilire le regole, delimitare la zona di camminamento e di libero accesso, prevedere un servizio di video sorveglianza, contingentare, nei periodi di massima congestione e frequenza, gli ingressi e i pernottamenti in tenda. Infine, esaminare bene i documenti relativi alla scellerata vendita all’allora società E-Media, convocare gli altri proprietari, valutare il lecito e l’illecito, qualora esistesse. Studiare un regolamento per salvaguardare i turisti che si recano sul luogo, iniziando col sistemare la strada, fornire loro brochure e itinerari, allestire una adeguata cartellonistica, servirsi di cooperative ed associazioni per ispezionare di tanto in tanto il luogo, utilizzare la protezione civile e la polizia municipale per un sistema di controllo e sicurezza sul posto, magari con un drone di cui il nostro comune potrebbe dotarsi. L’Argimusco, lo sappiamo, si è sempre gestito da solo e finora è andata bene ma i tempi sono cambiati per cui bisogna riparare e prevenire situazioni non solo spiacevoli ma estremamente pericolose come quella che abbiamo riportato, perché nessuno oggi è immune da fatti di cronaca efferata che non hanno nessuna attinenza con comportamenti razionali appartenenti a quello che si definisce genere umano. Chiediamo con forza un serio e duraturo impegno per continuare a mantenere il nostro territorio nel clima di accoglienza e ospitalità per le quali il montalbanese si è sempre distinto e allontaniamo ogni pur minima occasione di denigrazione, degenerazione, rischio e pericolosità per chi viene a visitare un posto così unico e affascinante.

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